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Le Keyword vanno capite, non “sfruttate”

Keyword: importanti o meno, sono tutte le parole con cui “ci piace” essere cercati

Non se ne parla mai abbastanza, forse perché non ci si crede più come prima o magari le consideriamo un concetto superato, ma ste povere Keyword, o “Parole chiave”, stanno in pratica a rappresentare la parole (singole o in gruppo) per cui il potenziale utente effettua una ricerca nel motore. Potremmo dire che rispecchiano il modo di esprimersi di uno che naviga su internet.
 
Ma come, non sono le parole per cui voglio essere primo su “Gugle”?
(Cit. del cliente medio)

Come usare le keywords
(King Star su Sagittarius di Joe Wu è con licenza creative commons )

“Indipendentemente dal fatto che si possa considerare più o meno valida una strategia che punti ancora in maniera considerevole sull’uso e giusto dosaggio delle keyword (anche se poi Gugle al momento mi pare lavori ancora con quelle e comunque non è che metti le keyword nel testo e via), diciamo che l’inizio di un discorso direi “annoso” sta proprio li.”
 
Che sia un utente standard o uno del mestiere a volersi posizionare in alto nelle Serp per determinate ricerche, il dilemma cambia solo nel fatto che l’esperto del settore non si deve convincere del fatto che se per esempio ho un autosalone, è un tantinino improbabile (nonché sciocco) sperare di potersi mettere nelle prime posizioni con le parole “autosalone”, o peggio “auto”. (Questo indipendentemente dal culo che ti fai e il sitema che usi eh)
 
Perché?
1) Perché probabilmente esistono già una serie innumerevole di attività che sono posizionate a quel modo e che sarà difficile sbaragliare;

2) Perché usando più Keyword c’è una maggiore varianza di ricerche che andremo a coprire;

3) Perché l’utente medio che cerca un’auto, sa pure a mente per esempio il colore che vuole o la città in cui cercare l’autosalone e magari li aggiunge alla ricerca;

4) Perché possiamo decidere di posizionare un prodotto/servizio molto specifico;

5) Perché comunque è riduttivo e sciocco non provare a fare di più;
 
Ecco allora che diviene veramente importante riuscire a capire quali sono le giuste keyword su cui lavorare per “spingere” (sta parola non mi piace ma la usano tutti) il nostro sito/blog in alto nei risultati delle ricerche.
 

Come si inizia? Con l’analisi delle Keyword

Allora:
Partendo da un brainstorming generale (e scritto!) e prendendo in considerazione una grossa quantità di fattori tra cui il tipo di attività, la località, il tipo di prodotto, e magari anche i concorrenti che si reputano essere i più diretti (andiamo per passi prima di sparare alto), cominciamo a tirare fuori almeno una lista di parole base, che in una prima esplorazione potrebbero essere anche singole (ma lo rimarranno difficilmente), e poi passiamo a trovare sinonimi, parole correlate, aggettivi relativi al prodotto, ai materiali usati etc etc.
 
Perché? Zitto e fallo innanzitutto che fa bene, poi comunque serve per cominciare a predisporre una serie di interrogazioni da fare prima in maniera molto “innocente” sul motore al fine di visionare i risultati più in alto e farsi un’idea di chi sono i concorrenti più bravi per quelle keyword, e poi per sottoporre il tutto a degli strumenti appositi (tipo lo strumento per la ricerca delle parole chiave di Google ma ce ne sono altri) al fine di avere anche delle stime di traffico sulla concorrenza della keyword scelta, cosi sarà più facile cercare di incrociare anche più Key, trovando magari fette di mercato che al numero possono andare bene e con una concorrenza più facile da affrontare.

 

Una volta trovate le Keyword come procedo?

Presupponendo che sia stata fatta una scelta quanto più oculata possibile, ma essendo consapevole che di miglioramenti e correzioni al tiro ne potrebbero essere fatte molte (e in non poco tempo), vediamo di capire come si possono usare ste benedette parole chiave e di come tentare di sfruttarle al meglio.
 
Va precisato ancora, che il concetto principale è comunque quello di scrivere per l’utente finale, che un lavoro corretto solo di keyword ti porta a ben poco se non ampli le tue vedute e che quindi è inutile inzeppare i testi e le pagine con ste benedette “cose” qua e la solo per tentare di fare piacere al motore.
 
I risultati delle Serp vengono costantemente migliorati e gli algoritmi dei motori sono sempre più precisi, quindi non barate, scrivete a modo e trattate i contenuti in maniera corretta perché solo così verrete premiati.
 
Detto questo, almeno per chiarirci le idee sul tipo di lavoro che si potrebbe fare, vediamo di prendere confidenza con qualche termine più tecnico e di capire in sostanza di cosa si parla.
 
Premessina:
“Lo so che nel frattempo che leggi i titoli dei sottoparagrifi ti viene da dire “E ma non si usa più”, “Aggiornati che non capisci na mazza” etc etc, però diciamo pure che certi sistemi hanno fatto (e forse ancora fanno) parte della storia generale delle attività di posizionamento e quindi io li cito e descrivo.”
 
Poi oh…
– fatti un’idea almeno di come evitare c….te. Gugle magari non ti premia ma sicuro di penalizza se sbagli, sembra quasi un capouficcio!
 
– tornassero di moda! Non si sa mai!
 
Allora:

Keyword Density
Letteralmente “densità di una parola chiave”. Sta ad indicare in maniera molto pratica il rapporto tra il numero di volte che la key è presente in un documento e il numero di tutte parole presenti nello stesso.
Se state pensando che ormai non serve più perché etc etc… avete ragione, ma io non sono qui per dirvi di fare o non fare uso di determinati ragionamenti, dico solo che se presi con le pinze e magari pure con un po’ di “pensiero laterale” sicuro tornano buoni.
 
Riprendendo: In passato, una keyword density fatta bene era un fattore molto importante per avere dei posizionamenti forti nelle Serp, ma come ci siamo già detti per molte altre cose, l’abuso di certe tecniche ha fatto si che oggi praticamente i motori di ricerca ignorino proprio certi conti e anzi penalizzino fortemente i documenti che tendono ancora a “sforare” nelle quantità (Keyword Stuffing).
 
Non voglio dire che le parole chiave abbiano perso significato, ma il loro utilizzo va mantenuto comunque entro certi limiti e i contenuti nella loro interezza devono essere veramente autorevoli.
 
Keyword pattern
Mi verrebbe da dire che non è una tecnica, ma è proprio un errore lessicale vero e proprio. Il keyword pattern è il numero di ripetizioni consecutive di una key all’interno di un testo.
 
Avete presente quando leggete qualcosa che suona male perché nel giro di poche frasi ci sta sempre in mezzo la stessa parola? Ecco, quello è un Pattern di parole chiave. Che sia fatto apposta (da un idiota si) o che sia frutto di un errore o di non saper proprio scrivere due righe in croce, si rischia di essere penalizzati da Mr. G per sovraottimizzazione, quindi per avere nei contenuti troppe occorrenze della stessa parola.
 
Fortunatamente, con una ri-letta alla fine e un po’ di attenzione, se abbiamo tematizzato a modo il nostro contenuto cercando di non esagerare con le varie key, il problema si risolve.
 
Keyword prominence
Questa è una cosetta più “fine”. Diciamo che la prominenza della parola chiave è data dalla vicinanza della stessa con una sezione specifica del documento.
 
Che vuol dire?
Che per il motore, la keyword assume una rilevanza più alta se è contenuta all’interno di un tag particolare. Non è segreto infatti che una Keyword contenuta per esempio in una intestazione H1, o in un tag Title venga più apprezzata dallo spider.
 
Se ci pensate bene però, è un fatto più naturale del previsto. Se difatti io parlo di auto rosse, nel mio testo tenderò ad inserire un titolo che contenga la keyphrase Auto Rosse, o comunque farò in modo di intitolarci un sottoparagrafo in modo da renderlo più visibile se il mio scopo è quello di farlo leggere.
 
Alla stessa maniera di un lettore comune quindi, il motore tende ad assegnare una rilevanza maggiore a quello che vede prima e ben evidenziato.
 
Keyword proximity
La keyword proximity rappresenta la vicinanza delle parole chiave nel testo sviluppato nella pagina ottimizzata.
Non è la stessa cosa del pattern? NO… quello è perché non sai scrivere.
 
Il concetto di proximity è diverso. Prova a pensare non ad una keyword formata da una sola parola ma ad una parola chiave composta da più termini. Adesso, pensa alla possibilità di variare la vicinanza dei vari termini nella stessa frase.
 
Esempiuccio:
1) Leggi questa guida per scoprire quali sono le tue auto rosse preferite;
2) Con il mio manuale, scoprirai che le auto più veloci sul mercato non sono solo rosse;
 
Non è facile da intendere, ma in una ricerca generica sul motore, e quindi non per una corrispondenza esatta della parola da cercare, nel testo abbiamo comunque le “auto rosse” ma abbiamo potuto ridistribuire il concetto in maniera diversa e senza appesantire il paragrafo. Ovviamente, maggiore è la proximity maggiore è la rilevanza, ma sapersi destreggiare anche con questa, può aiutarci a creare delle aree nei contenuti con una pertinenza maggiore rispetto ai termini con cui vogliamo essere raggiunti, il tutto senza scadere in ripetizioni banali spammando le stesse cose in ogni parte del documento.

 

In Chiusura

Non so se c’è qualcos’altro da aggiungere per l’argomento, ma di base mi pare di aver messo giù qualcosa almeno per le terminologie principali.
 
Il consiglio solito che però vi dò è di scrivere inizialmente senza pensare troppo a certe cose e di realizzare contenuti leggibili.
Quando il tutto funzionerà in maniera armonica, allora provate a variare qualcosa e a sperimentare un poco alla volta ma non state a farvi troppi problemi fin dall’inizio perché non ne uscirete bene.

 

Ricorda

1) Se hai fatto un buon lavoro io che leggo non me ne accorgo;
2) Le Keyword, sono solo una piccola puntina dell’iceberg che ti gelerà le chiappe nel corso del lavoro;
 
Per il resto… Saluti pigri,
alla prossima.

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Seo Pigro

Web Designer/Grafico/Nerd e SEO con insane tendenze al Copywriting. Scrivo quello che penso. Ah! Non fate caso a Goldrake, è che non sapevo dove parcheggiarlo!

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